Amianto, la mappa dei siti a rischio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-21

I siti ufficialmente censiti, i numeri che non tornano, le bonifiche che tardano e le regioni al buio (d’informazione). E l’incidenza delle malattie come il cancro nei siti a rischio

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Quanto amianto c’è in Italia? I siti di amianto in Italia ufficialmente censiti sono 33610, ma le rilevazioni sono da prendere con le molle, visto che i dati di alcune regioni come Calabria e Sicilia sono incompleti, così come la Campania. Mentre chi ha fatto uno screening approfondito sul territorio, come le Marche, ne ha “scoperti” 20mila, molti di più rispetto a quelli ufficialmente censiti.

AMIANTO MAPPA SITI
Stato delle bonifiche dei siti d’amianto di origine antropica.
Dati aggiornati al 17 giugno 2014 (ministero dell’Ambiente)

IL PIANO NAZIONALE AMIANTO DI LUGLIO 2014
Secondo Piano nazionale amianto, aggiornato al luglio 2014, la maggiore concentrazione è soprattutto nelle Marche e nell’Abruzzo (50% dei dati), e un po’ su tutto il versante adriatico. Ma moltissime aree di impianto particolarmente rilevanti in termini di necessità di intervento, quali, ad esempio, lo stabilimento ex Isochimica di Avellino o l’ex stabilimento Cemamit a Ferentino (FR) non rientrano tra i dati censiti. La Mappa sullo Stato delle bonifiche indica che solo 832 sono i siti bonificati, 339 quelli parzialmente bonificati (con prime misure di messa in sicurezza con le risorse economiche disponibili) e 30.309 quelli ancora da bonificare. La presenza di eternit o di cemento-amianto riguarda scuole (che per le Regioni hanno la priorità nei finanziamenti per la bonifica), tetti di edifici anche pubblici, ospedali, case di riposo, aree residenziali e industriali attive o dismesse (779 in totale). Ma la mappatura non è proprio fedele alla realtà perché c’è disomogeneità nei criteri di raccolta dati da parte delle Regioni e delle Province autonome – che entro il 30 giugno di ogni anno hanno l’obbligo di trasmettere i dati sulla presenza di amianto – nonostante le modalità di esecuzione della mappatura siano state concordate e definite a livello nazionale.

Per i siti di interesse nazionale da bonificare dall’amianto – Broni-Fibronit (PV), Priolo-Eternit Siciliana (SR), Casale Monferrato-Eternit, Balangero-Cava Monte S.Vittore (TO), Napoli Bagnoli-Eternit, Tito-exLiquichimica (PO), Bari-Fibronit, Biancavilla-Cave Monte Calvario (CT), Emarese-Cave di Pietra (AO) – il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha presentato una richiesta di quasi 360 milioni a valere sul Fondo sviluppo e coesione 2014-2020. Il numero totale delle discariche operative, nel 2010, che hanno smaltito rifiuti di materiali da costruzione contenenti amianto, sono 22 (10 al Nord, 4 al Centro e 8 al Sud). Delle 90 mila tonnellate (90,2% del totale) di questi rifiuti smaltiti in discarica per rifiuti non pericolosi (secondo l’Ispra) circa 60 mila vanno nel Nord del Paese, poco più di 23 mila al Centro e 7 mila al Sud. La regione che smaltisce la quantita’ maggiore e’ il Piemonte, con oltre 39 mila tonnellate (39,3%). In questi ultimi tempi, a causa dell’esaurimento di queste discariche e la mancata costruzione di nuove, spiega l’Ispra, molti rifiuti sono stati esportati in paesi comunitari, come Germania e Austria.

L’INCIDENZA DEL CANCRO NEI SITI A RISCHIO
Nei siti italiani a rischio per l’inquinamento ambientale – i cosiddetti siti di interesse nazionale per le bonifiche (Sin) – è confermato un eccesso di incidenza per cancro pari al 9% negli uomini e al 7% nelle donne. In queste aree si registra, dunque, un eccesso di mortalità, ricoveri e casi di tumore, mentre nei luoghi dove vi è stata lavorazione dell’amianto aumentano i casi tumorali di mesotelioma pleurico polmonare. Da Casale Monferrato a Taranto, da Gela a Broni, si conferma insomma alto il rischio per la salute dei cittadini. questo il quadro che emerge dall’ultimo aggiornamento disponibile del Rapporto Sentieri sugli insediamenti a rischio da inquinamento, finanziato dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanita’ (ISS). I siti Sin sono 44 in totale, ed in queste aree emerge un altro dato preoccupante: il rischio di mortalità è più elevato del 4-5% per i bambini tra zero e un anno di eta’. In generale, il Rapporto Sentieri evidenzia un eccesso di morti, ricoveri e tumori in tutti i Sin considerati, con un aumento in particolare dei tumori ‘da amianto’. Per il tumore della tiroide, ad esempio, in alcuni Sin sono stati rilevati incrementi per quanto riguarda sia l’incidenza (Brescia-Caffaro: + 70% per gli uomini, +56% per le donne; Laghi di Mantova: +74%, +55%; Milazzo: +24%, +40%; Sassuolo-Scandiano: +46%, +30%; Taranto: +58%, +20%) sia i ricoveri ospedalieri. Sempre grazie alle analisi dell’incidenza oncologica e dei ricoverati, inoltre, a Brescia-Caffaro sono stati osservati eccessi per quei tumori che la valutazione della Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS (IARC) del 2013 associa certamente (melanoma) o probabilmente (tumore della mammella e per i linfomi non-Hodgkin) con i PCB (policlorobifenili), principali contaminanti nel sito. L’incidenza di melanoma, infatti, rivela un eccesso del 27% e del 19% rispettivamente tra gli uomini e le donne, mentre i ricoveri ospedalieri per la medesima malattia fanno registrare un eccesso del 52% nel sesso maschile e del 39% in quello femminile. Ancora: eccessi per mesotelioma e tumore maligno della pleura si registrano invece nei Sin siciliani di Biancavilla (CT) e Priolo (SR), ma anche nei Sin con aree portuali (Trieste, Taranto, Venezia) e con attivita’ industriali a prevalente vocazione chimica (Laguna di Grado e Marano, Priolo, Venezia) e siderurgica (Taranto, Terni, Trieste). Nel Sin di Porto Torres (SS), inoltre, si registrano eccessi di mortalità, incidenza oncologica e ricoveri per malattie respiratorie e tumore del polmone. In totale, in Italia circa 5,5 milioni di persone e un milione di bambini e giovani sotto i 20 anni di eta’ risiedono nei 44 siti Sin studiati nel progetto Sentieri, e tra questi circa il 60% appartengono ai gruppi socioeconomici più svantaggiati.

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