«All'Atac uno su tre è un malato immaginario»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-05

L’Inps e le verifiche di 30 e 31 dicembre

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Il Messaggero riporta oggi i risultati delle verifiche dell’Inps sugli autisti dell’Atac che tra 30 dicembre e primo gennaio si sono dati malati. E i risultati sono sconfortanti: c’è quello con la gastroenterite che non si è fatto trovare in casa,q uell’altro con l’influenza giudicato «molto più in salute del medico che lo ha visitato» e quell’altro ancora che ha spergiurato di «non aver sentito il campanello», racconta il Giornale.

Per non parlare del caso da film di Monicelli del malato immaginario avvertito dell’imminente visita dai condomini mentre si trovava dal vicino ad organizzare il veglione di Capodanno. C’è un 30%di autisti dell’Atac che nei giorni 30-31 dicembre e 1 gennaio è quantomeno sospettato di aver fatto il furbo marcando visita senza alcuna plausibile ragione sanitaria. L’Inps ha condotto 23 controlli fiscali in quei giorni e quasi in un caso su tre ha verificato che qualcosa non andava. Nel senso che in alcuni casi i presunti malati non erano presenti nel proprio domicilio nelle fasce orarie in cui in cui avrebbero dovuto esserci (9-12 e 15-20) oppure nel senso che le patologie dichiarate con tanto di certificato medico a giustificazione dell’assenza dal lavoro non hanno avuto alcun riscontro all’esame obiettivo.

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La foto del tabellone della Metro A a Roma

Con gli effetti devastanti che si sono visti sull’efficienza del trasporto pubblico nella notte di San Silvestro:

Sui convogli della linea A della metro, aveva infatti ammessol’Atac, erano disponibili solo 7 conducenti sui 24 che sarebbero stati necessari a garantire la regolarità del servizio. C’è da dire che per tutto il mese di dicembre l’Atac sembra aver sentito puzza di bruciato. Di regola ogni mese l’azienda chiama l’Inps appena 7-8 volte a verificare lo stato di salute dei propri dipendenti. Mentre nel mese scorso le chiamate sono state addirittura 200. Come a dire, confermano fonti dell’Inps, che «i vertici hanno moltiplicato i sospetti sui comportamenti di un ben individuato numero di autisti». Molti dei quali saranno adesso chiamati a fornire concrete spiegazioni. Perché è vero che non farsi trovare in casa quando passa la visita fiscale non è sempre un comportamento fraudolento, considerato che è possibile che l’assenza sia dovuta ad una visita medica extradomiciliare. Ma si trattain ogni caso di una circostanza da giustificare con tanto di certificati e pezze d’appoggio. Senza i quali, nel privato come nel pubblico, può scattare il licenziamento previsto dai contratti collettivi nazionali.

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