Ali Sonboly: il killer di Monaco e i legami con la strage di Winnenden

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-23

Ali Sonboly «aveva trascorso molto tempo davanti al pc utilizzando giochi di sparatorie ed ammirava l’autore della strage di Winnenden, nei pressi di Stoccarda, dove nel 2009 uno studente 17enne uccise 15 persone in una scuola», secondo i media tedeschi. Mentre la polizia parla di legami con Breivik

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I giornali tedeschi hanno parlato, a proposito di Ali Sonboly, autore della strage al centro commerciale Olympia di Monaco di Baviera, di molte somiglianze con la strage di Winnenden. Notizie non confermate dalla polizia – che ha dichiarato ufficialmente di non aver trovato nulla di interessante nella perquisizone in casa dei genitori del terrorista – affermano che Ali Sonboly «aveva trascorso molto tempo davanti al pc utilizzando giochi di sparatorie ed ammirava l’autore della strage di Winnenden, nei pressi di Stoccarda, dove nel 2009 uno studente 17enne uccise 15 persone in una scuola». Lo afferma la Dpa, citando fonti dei servizi tedeschi. Il capo della polizia di Monaco Hubertus Andrae ha invece parlato di un legame con la strage compiuta da Anders Breivik a Utoya 5 anni fa (69 morti), “di cui ieri cadeva il quinto anniversario”.

Ali Sonboly e il legame con la strage di Winnenden

L’11 marzo 2009 Tim Kretschmer, 17 anni, si è presentato nella sua scuola tutto vestito di nero e imbracciando un fucile mitragliatore, come gli assassini del massacro alla Columbine High School; ha cominciato a sparare in due classi dell’istituto tecnico «Albert Realschule» di Winneden, cittadina tedesca a 20 chilometri da Stoccarda lasciando a terra sedici morti prima di suicidarsi durante il successivo scontro a fuoco della polizia. Racconta il Corriere:

Il ragazzo aveva fatto irruzione intorno nell’istituto alle 9,30. Imbracciando un fucile mitragliatore si è fatto largo nei corridoi poi ha iniziato a sparare a caso in direzione di due classi. Sotto i suoi colpi sono subito caduti nove studenti (tra i 13 e i 17 anni) e tre insegnanti – dieci su dodici sarebbero femmine secondo quanto riferito dalle autorità -, molti altri sono rimasti feriti, alcuni in modo grave. L’istituto fa parte di un complesso scolastico in cui erano presenti in totale un migliaio di studenti.
Kretshmer, dopo la sparatoria sarebbe tornato tre volte nella 10 D, la classe di chi sta per terminare la scuola dell’obbligo nella Albertville-Realschule di Winnenden, presso Stoccarda, poi con voce fredda ha gridato: «Ancora non siete morti tutti?». A quel punto una tirocinante ha cercato di proteggere con il corpo un’allieva, ma è stata uccisa senza pietà. Dopo pochi minuti il killer è scappato, uccidendo un’altra persona, il dipendente di un ospedale psichiatrico che ha sede vicino alla scuola.

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Una foto di Tim Kretschmer, autore della strage di Winneden

A quel punto con un’automobile ha raggiunto un supermercato a Wendlingen, dove ha ingaggiato lo scontro a fuoco con la polizia.

Le prime testimonianze descrivono Tim Kretfchner come un ragazzo normale, che non dava particolarmente nell’occhio, un tipo tranquillo, senza arie da macho e per nulla emarginato (LEGGI le testimonianze di chi lo conosceva). Nella casa della famiglia del ragazzo sono state però trovate 16 armi detenute legalmente ed è probabile che si sia servito in quell’arsenale, ma la notizia non è confermata. Un commando speciale della polizia del Baden-Wuerttemberg ha interrogato la madre. Dopo la sparatoria la polizia ha evacuato la scuola e istituito blocchi nella città e nella regione, diramando un allarme a tutti gli automobilisti affinché non dessero passaggi ad autostoppisti. Le autorità regionali hanno chiuso le altre tre scuole della città, ordinando ad allievi e professori di non uscire dagli edifici.

Per la Germania quello di Kretschmer era il quarto massacro in una scuola nel giro di sette anni. Il 26 aprile del 2002 a Erfurt un ex studente di 19 anni ha ucciso dodici insegnanti, una segretaria, due studenti e un poliziotto, prima di suicidarsi. Il 2 luglio del 2003 a Coburg, in Baviera, un sedicenne ha ferito una docente con un colpo di pistola, prima di suicidarsi. Il 20 novembre del 2006 un diciottenne ha ferito 36 persone nella sua ex scuola di Emsdetten e infine si è tolto la vita.
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Ali Sonboly e il messaggio su Facebook

L’autore della strage di Monaco avrebbe agito per vendetta dopo essere stato vittima di bullismo per anni a scuola, secondo un anonimo che si è definito ex compagno di classe e lo ha detto in una ‘chat room’: il 18enne prometteva “sempre” di “uccidere” i bulli che lo tormentavano. Ma la polizia non ha confermato:  “Non è possibile confermare né smentire che il killer abbia mirato ai giovani” in particolare aprendo il fuoco nel centro commerciale Olympia di Monaco di Baviera, ha dichiarato il capo della polizia bavarese. Il dubbio che il killer possa aver voluto colpire in particolare i giovani è alimentato sia dalla presenza di vari teenager tra le vittime, sia da un post su Facebook che non si esclude possa essere stato inviato dall’attentatore per attirare ragazzi nel ristorante McDonald’s di fronte a cui iniziata la sparatoria. Su quest’ultimo fatto la polizia ha precisato che “vi sono molte speculazioni che circolano” e solo gli inquirenti potranno stabilire la verità.

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Lo status su Facebook di cui si parla a proposito di Ali Sonboly

Ha però confermato che Ali ha violato il profilo facebook di una sua amica – probabilmente conoscendone la password – per pubblicare quello status. Il tabloid Daily Mirror ha pubblicato il testo del presunto messaggio: ‘Venite oggi alle 16:00 da Meggi (McDonald’s, ndr) all’OEZ (l’acronimo del centro commerciale Olympia di Monaco). Posso comprarvi qualcosa se volete, ma niente di troppo caro’. Ma è curioso che i giornali inglesi abbiano anche pubblicato questo status in cui, nei commenti, qualcuno nomina proprio Sonboly.
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Per ora però è impossibile sia stabilire l’autenticità della fotografia (il primo status è stato cancellato) sia se chi ha parlato avesse in qualche modo conosciuto il killer. Lui ha usato una pistola semiautomatica Glock 17 con matricola abrasa. Aveva trecento proiettili nello zainetto. La polizia intanto dichiara di aver trovato in casa del killer un libro dal titolo: “La furia nella testa: perché gli studenti uccidono”, insieme ad altro materiale e documenti che testimoniano, hanno spiegato gli inquirenti, il suo interesse ossessivo per le stragi e le sparatorie di massa commesse da giovani e studenti. La polizia ha sequestrato anche il computer del 18enne tedesco di origine iraniana.

Leggi sull’argomento: Ali Sonboly: l’autore della strage al centro commerciale Olympia di Monaco di Baviera

 

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