Così la Grecia ha sfidato i profeti di sventura

di Faber Fabbris

Pubblicato il 2016-04-18

L’articolo di Alexis Tsipras sul Financial Times tradotto da Faber Fabbris

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Faber Fabbris ha tradotto per neXtQuotidiano l’articolo di Alexis Tsipras pubblicato qualche giorno fa sul Financial Times:
 
Lo scorso ottobre, il Fondo Monetario Internazionale aveva previsto, per l’economia greca, una contrazione del PIL del 2,3%. Invece il 2015 è stato un anno di stagnazione, con una contrazione dello 0,2%. L’economia greca è quindi oggi in posizione più agevole rispetto ai futuri obiettivi di bilancio. Di fatto, la Grecia non solo ha rispettato, ma ha addirittura superato, numerosi ed importanti obbiettivi economici: le entrate sono state superiori di 2 miliardi di euro rispetto alle attese; il sistema bancario è stato ricapitalizzato con appena un quinto dei fondi destinati inizialmente a questo scopo; il tasso di disoccupazione su base annuale è sceso dal 26,5% al 24,9%; e l’indice della produzione industriale ha avuto un record di crescita del 3,3% nel mese di novembre, il più alto di tutta la zona euro.
La Grecia è al primo posto per l’uso dei fondi strutturali europei, con un tasso di investimento del 97%, metre il turismo ha batutto un nuovo record nel 2015, con circa 26 milioni di presenze e 15,5 miliardi di fatturato.
Per più di un osservatore, il 2016 sarà l’anno di svolta per l’economia e la società greche. Dopo sei anni di una grave, duratura recessione –che ci ha fatto perdere un quarto del PIL- le Grecia sta gettando le fondamenta per una ripresa sostenibile e socialmente inclusiva. Lo sta facendo con un programma credibile di aggiustamento fiscale, e la ferma intenzione di correggere patologie croniche delle istituzioni greche, che hanno generato per decenni profonde distorsioni e ingiustizie sociali.
Certo, si tratta di un compito non facile. Anche se la traiettoria di bilancio è meno ripida e molto meglio profilata rispetto ai precedenti programmi di aggiustamento, la Grecia ha di fronte a sé scelte difficili, e dovrà gestire in modo molto equilibrato politiche economiche complesse, in un contesto economico internazionale che resta incerto. A ciò si aggiunge la crisi dei rifugiati, la sfida più importante per l’Europa, e sulla quale la Grecia si trova in prima linea.
Una rapida conclusione della prima valutazione del progamma dell’ESM sarebbe, nell’immediato, una tappa decisiva per ridare alla Grecia una prospettiva sostenibile di ripresa. Si tratta di punto chiave, perché la valutazione riguarda molte delle misure fiscali e finanziarie previste dal programma ESM. Il nostro governo è impaziente di completarla al più presto. A tal fine, abbiamo raggiunto un accordo sull’ampiezza delle misure fiscali che dovranno essere attuate nei prossimi due mesi per rispettare gli obbiettivi d’avanzo primario per il 2018; un accordo stipulato con tutte le istituzioni europee ed internazionali coinvolte nel finanziamento del prestito.
Il pacchetto prevede una serie di misure permanenti, le più importanti delle quali sono un’ambiziosa riforma delle imposte sui redditi, ed una profonda revisione del sistema previdenziale greco. La riforma del sistema fiscale è concepita in modo da generare un gettito aggiuntivo dell’ordine dell’1% del PIL; la riforma delle pensioni, d’altra parte, genererà minori spese per l’1,5% del PIL entro il 2018, ed ulteriori risparmi oltre questa data.
Il governo greco si è inoltre seriamente impegnato nella definizione –a lungo rimandata- di un arsenale legislativo per colpire il contrabbando del tabacco e del carburante, e per migliorare permanentemente la capacità di riscossione dell’IVA. Il risultato sarà un allargamento significativo della base imponibile, una maggiore coerenza del sistema, ed una maggiore equità d’imposizione.
La riforma del sistema fiscale ha tre assi: il gettito globale, la semplificazione, la progressività. La semplificazione del sistema mira a limitare l’elusione e l’evasione fiscale. Il gettito globale sarà dell’ampiezza conconrdata con le istituzioni: ma (e questo è un punto molto importante), distribuirà i costi dell’aggiustamento di bilancio in modo socialmente giusto, chiedendo un contributo maggiore a chi ha maggiori risorse.
La Grecia non riesce a capire perché il FMI insista per modificare queste misure in modo che gettito e complessità del sistema restino immutati, ma con una distribuzione molto meno progressiva di quella da noi proposta; una distribuzione, quella dell’istituto di Washington, che sposta una frazione considerevole del carico fiscale sugli strati più poveri della società.
Il nostro governo è stato riconfermato dal voto del settembre scorso, e con un chiaro mandato: coniugare politiche fiscali credibili e rigorose con la giustizia sociale. La nostra ambizione, e il nostro criterio per valutare il successo dell’azione di governo, è quella di creare nuovi strumenti, nuove politiche fiscali che permettano di raggiungere questi obbiettivi in un quadro economico interdipendente, nel rispetto dei severi limiti di bilancio concordati.
La nostra riforma del fisco è un buon esempio del metodo che vogliamo adottare. Ritardare la conclusione della prima valutazione del programma dell’ESM, ostinandosi ad ignorare la lettera e lo spirito dell’accordo, non rispetta i principi sui quali si fonda il progetto Europeo.
Sono certo, tuttavia, che nei prossimi giorni la valutazione possa essere conclusa con successo. E confido che il 2016 segnerà uno spartiacque sociale ed economico per la Grecia, il cui popolo ritroverà dignità e ottimismo, e darà l’esempio di una strategia di crescita sostenibile ed inclusiva.

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