Alessandro Di Battista è il Fabio Volo della politica

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-11-25

Nel suo secondo libro Di Battista si prende una rivincita nei confronti di coloro che non hanno mai voluto pubblicare i suoi reportage dall’America Latina. E scopriamo che hanno fatto bene

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C’è stato un periodo in cui Alessandro Di Battista voleva fare il giornalista e cercava un giornale che pubblicasse i suoi resoconti, a Metà tra i diari della motocicletta e – Chatwin abbia pietà di me – In Patagonia. Il caso ha voluto che quei racconti di viaggio non siano mai stati pubblicati, fino ad ora, perché ora che è un importante politico del MoVimento 5 Stelle Di Battista non ha più bisogno dei giornali, ha Facebook e una casa editrice (la Rizzoli) che ha accettato di pubblicare un intero libro con i pensierini del Dibba. È infatti da ieri in libreria la seconda fatica letteraria del portavoce pentastellato, dal titolo  A testa in su, investire in felicità per non essere sudditi.
alessandro di battista a testa in su libro

L’Erasmus infinito di Alessandro Di Battista

Raramente un libro scritto da un politico italiano (o da Bruno Vespa) risulta essere avvincente o profondo, e c’è da dire che nemmeno il libro di Di Battista fa eccezione. Anche perché il libro non è altro che una sorta di racconto autobiografico che riassume, in 256 pagine, la parabola politica di Di Battista che l’ha portato dall’essere una sorta di missionario laico alla scoperta dei popoli dell’America Latina sulle orme del Che e di Pepe Mujica ad essere profeta della Costituzione a bordo del suo rombante scooterone a tre ruote (ribelli sì, ma senza cadute di stile). «Pensare all’oggi è un atto più rivoluzionario di quanto si possa credere» sentenzia, dimostrando una profondità d’analisi inaspettata degna del miglior Fabio Volo (come ha scritto qualcuno in una recensione ironica) ed eguagliata soltanto dalla dichiarazione d’intenti «Pensavo che nulla fosse impossibile, che sarei potuto diventare quel che volevo, uno scrittore, un viaggiatore perenne o, perché no, un deputato della Repubblica…» perché, come spiega altrove «è la vita che nobilita l’uomo, non il lavoro». Come a dire che nonostante non sia più quel frichettone che faceva l’autostop sulle carreteras infinite dell’America Centrale quel ragazzo non si è certo smarrito. E mal che vada alla fine dell’esperienza parlamentare è pronto per partecipare a Pechino Express, magari in coppia con Di Maio (i #portavoce). Nel libro non ci sono solo il passato e i sogni di ragazzo ma anche il presente, un po’ perché per Di Battista il viaggio non è mai finito – che si tratti della difesa della Costituzione (quella approvata a suffragio universale nel 1948) o di una delle tante battaglie grilline sul reddito di cittadinanza – un po’ perché la passione per il racconto lui ce l’ha nel sangue. E così ogni incontro sulla strada di questa perenne campagna elettorale che sta vivendo il nostro Paese dal 2013 si trasforma in un aneddoto e dopo essere stato fissato su Facebook viene impresso su carta. Massimo Franco sul Corriere della Sera ha definito il libro “un manuale di antropologia grillina” e senza dubbio rappresenta – come il suo autore – l’espressione dell’area più movimentista del MoVimento, quella post ideologica che si è creata un suo personale pantheon di idoli che vanno dal padre, fieramente fascista, a figure decisamente più di sinistra passando per Grillo e Casaleggio che hanno fatto da pontieri e sono state le figure di raccordo tra le varie anime del partito. Ma non bisogna cadere nell’errore di pensare che i Cinque Stelle si riducano solo a questo: aspettiamo almeno il libro di Luigi Di Maio per vedere l’altra faccia del M5S, quella che sembra più “istituzionale” e pacata (non nel senso di pakata ovviamente).
alessandro di battista a testa in su libro
Il leit motiv è quello che abbiamo già letto innumerevoli volte nei post su Facebook di Di Battista: il coraggio, la voglia di cambiare le cose per il meglio e di farcela contro tutto e tutti. Insomma un misto di speranza per il futuro condito da disprezzo per la classe politica (i vari Napolitano e Boldrini ad esempio) con cui Di Battista si trova a lottare ogni giorno in Aula. Ma dal momento che lui è un politico della gente che va tra la gente (in traghetto, in treno, sui mezzi pubblici e ovviamente in piazza) ci sono tanti incontri con persone che gli offrono caffè e che gli raccontano del loro passato. Attraverso molti incontri – con Gianroberto Casaleggio, Beppe Grillo e migliaia di persone – e altrettanti scontri – con i partiti e la stampa – Di Battista spiega le ragioni della sua scelta, le posizioni del Movimento e le regole che si è dato “per non farsi travolgere dalla spirale del potere e agire nell’interesse della collettività”. Il leader delle piazze d’Italia si racconta per la prima volta in questo libro “chiamando a raccolta – si legge nell’invito alla presentazione del libro- i cittadini per scardinare le regole sporche del sistema, perché la battaglia non è tra destra e sinistra ma tra chi si china e chi cammina a testa in su”. Di Battista chiama la gente comune alla partecipazione alla vita pubblica. Invita a “mettersi in viaggio e andare a scoprire il Paese reale, piazza dopo piazza”, come ha fatto nella lunga estate del 2016. A volte sembra di essere finiti nel film L’appartamento Spagnolo, e la sensazione è davvero strana, a 38 anni suonati.

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