Aldo Giannuli e la bufala sul nonno di Maria Elena Boschi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-01-29

Qualche giorno fa lo storico Aldo Giannuli, già collaboratore del blog di Beppe Grillo, ha scritto un post intitolato «Il nonno della Boschi, Licio Gelli, la Banca Etruria e la P2». In esso si parlava del verbale stenografico della seduta del 22 novembre 1983 dedicata all’audizione del generale Siro Rossetti del Sid e membro della …

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Qualche giorno fa lo storico Aldo Giannuli, già collaboratore del blog di Beppe Grillo, ha scritto un post intitolato «Il nonno della Boschi, Licio Gelli, la Banca Etruria e la P2». In esso si parlava del verbale stenografico della seduta del 22 novembre 1983 dedicata all’audizione del generale Siro Rossetti del Sid e membro della Loggia P2 e si nominava un certo Francesco Boschi:

Il Presidente, Tina Anselmi, dice:
<< PRESIDENTE. Nello stesso memoriale, lei riferisce che conobbe Gelli agli inizi del 1971, presentatole da Francesco Boschi; da dati in possesso di questa Commissione, risulta che Gelli era certamente già attivo nella P2 alla data del 28 novembre 1966 e che lei vi era entrato alla data dell’8 giugno 1970. >>
ROSSETTI. << Adesso, se 1970 o 1971, mi può sfuggire; certo, io ho conosciuto Gelli soltanto quando sono entrato nella P2, dopo questo contatto, su invito di Salvini, al quale ere stato presentato da Francesco Boschi. Può darsi che sia stato nel 1970.>>

Giannuli commentava: «Dunque, Francesco Boschi che, salvo un improbabile omonimia, dovrebbe essere il nonno dell’attuale ministro, era persona molto introdotta ai massimi vertici della massoneria, al punto di frequentarne i due massimi esponenti: il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani ed il Maestro Venerabile della più importante loggia» […] «Dunque, Boschi sarebbe stato organico alla Loggia, anche se il suo nome non risulta nel suo piè di lista. E la cosa incuriosisce ancor di più, perché, come si sa, l’elenco completo degli affiliati non è stato mai ricostruito, dunque sarebbe uno dei nomi restati coperti. Ed anche questo è fonte di interrogativi che andrebbero chiariti. Non risulta, peraltro, che il signor Francesco Boschi abbia mai smentito il generale Rossetti».
Il Fatto Quotidiano nei giorni scorsi ha cercato di verificare la notizia, ottenendo anche un tragico diniego a consegnare lo stato di famiglia “per ordini superiori” da parte dei responsabili dell’anagrafe del comune dei Boschi. Nel frattempo anche il blog di Beppe Grillo aveva ripreso la storia, ma intanto sia Giannuli che il Fatto Quotidiano avevano verificato l’informazione: in realtà quel Francesco Boschi non ha nessuna parentela in comune con la famiglia della ministra Maria Elena Boschi. A questo punto il professore di Storia Aldo Giannuli ha scritto un altro postnel quale si è difeso così:
francesco boschi aldo giannuli
Ma a parte che il tono dubbioso con cui ritiene di essersi espresso il professor Giannuli è perfettamente verificabile dai virgolettati riportati, il titolo del post di cui parla Giannuli non ha nessun punto interrogativo, ma un punto fermo alla fine:
giannuli
In realtà il punto interrogativo era presente soltanto nel tweet di presentazione del suo pezzo su Twitter, ma non nell’articolo. In più, il professor Giannuli ci dice che quel Francesco Boschi non era il nonno di Maria Elena perché «No, ad un approfondimento successivo è emerso che si tratta di un omonimo». Peccato che l’approfondimento “successivo” non si sia fatto precedentemente, come la responsabilità di qualunque cittadino e il mestiere di storico avrebbe richiesto. Però tra le celebrazioni del “discreto successo” dei 5 Stelle nell’elezione di Mattarella, il complottismo su Parigi e questa sull’omonimo Boschi magari il professore dovrebbe cominciare a riflettere: vale la pena giocarsi una fama di ottimo ricercatore e così tanti contributi scientifici di alto livello ai punti più bui della storia di questo paese per qualche retweet?

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