ALDE: oggi il M5S vota per allearsi con gli europeisti e i difensori dell'euro

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-01-08

Beppe Grillo convoca il voto per l’alleanza del M5S Europa sul blog; ci sono tre alternative ma la preferita è il matrimonio con l’Alleanza dei Liberal Democratici Europei. Che sono a favore dell’UE, dell’euro e del TTIP. Per questo molti parlamentari non ci stanno. E per una volta non si nascondono

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Beppe Grillo ha pubblicato poco fa sul suo blog un post in cui chiede di votare online per decidere con chi il MoVimento 5 Stelle farà gruppo in Europa. Come è tradizione dalle parti della democrazia partecipata, il blog lascia libertà di scelta tra tre opzioni: confluire nel gruppo politico ALDE, entrare nel gruppo misto oppure restare in EFDD insieme a Nigel Farage; ma dal post si capisce perfettamente che il M5S propende per la prima opzione, ovvero l’alleanza con i liberali e democratici per l’Europa di Guy Verhofstadt.
movimento 5 stelle alde

Beppe Grillo e l’ALDE per il M5S

Il blog spiega quali siano le convergenze politiche tra i due soggetti che in realtà sembrano agli antipodi, ma nel post non omette di sostenere anche quali siano i vantaggi (materiali) dell’entrata in un gruppo: «Far parte di un gruppo politico significa avere diritto di parola durante le sessioni plenarie del Parlamento, essere rappresentati all’interno della Conferenza dei Presidenti, avere la possibilità di seguire l’iter legislativo come autori di regolamenti europei, ottenere fondi da spendere sul territorio, per le numerose attività d’informazione e formazione, rivolte ai cittadini italiani ed europei. Rifiutare di appartenere a un gruppo politico significa confluire nel raggruppamento dei Non Iscritti e perdere ognuna di queste opportunità. Significa occupare una poltrona con le mani legate: significa non poter lavorare».

Le condizioni politiche alla base dei negoziati con ALDE sono molto chiare:
– condivisione dei valori di democrazia diretta, trasparenza, libertà, onestà;
– totale e indiscutibile autonomia di voto;
– partecipazione dei cittadini nella vita politica delle Istituzioni europee;
– schieramento compatto nelle battaglie comuni come la semplificazione dell’apparato burocratico europeo, la risoluzione dell’emergenza immigrazione con un sistema di ricollocamento permanente, la promozione della green economy e lo sviluppo del settore digitale e tecnologico con maggiori possibilità occupazionali.
Il MoVimento 5 Stelle manterrebbe la sua piena autonomia con l’opportunità di dare vita a una nuova identità europea, che chiameremo DDM (Direct Democracy Movement) un progetto ambizioso che apre a un futuro in cui sempre più realtà europee condivideranno il valore della democrazia diretta.

Ma la prima circostanza da raccontare è che nell’occasione c’è un’opposizione interna all’ipotesi di alleanza con ALDE. Per un Luigi Di Maio fedele alla linea, infatti, non si può non notare che l’ex membro del direttorio Carlo Sibilia sia invece apertamente contrario all’alleanza tra ALDE e M5S in chiave europea. Su Facebook il parlamentare ricorda che tre anni fa l’ALDE rifiutò l’alleanza con i grillini perché definiva il suo programma “irrealistico e populista” e conclude così: «Decidete se meglio soli (vi ricordo che il parlamento europeo non ha iniziativa legislativa, cioè, per intenderci i deputati non possono proporre leggi) o male accompagnati e un po’ ipocriti». Anche Michele Dell’Orco concorda con Sibilia, mentre anche Nicola Morra sembra propendere per il “meglio soli che male accompagnati”. Claudia Mannino, sospesa dal M5S, dice invece di concordare con Mirella Liuzzi che ricorda che l’ALDE ha sempre fatto l’opposizione ai 5 Stelle in Europa (in effetti funziona così in politica: se non sei un amico, sei un nemico) ma soprattutto che è favorevole al TTIP. Questo dovrebbe bastare per chiudere il discorso.
carlo sibilia alde
In più, secondo quanto apprende l’Adnkronos, tanti i malumori tra i parlamentari 5 Stelle, a Bruxelles come a Roma. Benché l’alleanza con l’Ukip fosse indigesta ai più, anche l’Alde non è vista di buon occhio tra tanti eletti nelle file M5S. A pesare anche la posizione favorevole dell’Alde nei confronti del Ttip, il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti a cui i 5 Stelle danno battaglia da sempre, in Europa come in Italia.

Perché l’ALDE è il contrario del M5S

Quarto gruppo per consistenza numerica al Parlamento europeo, di estrazione liberal-democratica, il gruppo ALDE è una forza che sembra avere poco in comune con il M5S. In primo luogo perché è convintamente europeista. L’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa è formata da due partiti europei, il Partito Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa e il Partito Democratico Europeo. Il gruppo a Strasburgo, il cui presidente e’ il belga Guy Verhofstadt, candidato alla carica di presidente del Parlamento, conta 83 deputati. L’ALDE nel suo manifesto programmatico, chiede una Unione europea “più forte e stabile”, punta al completamento del mercato interno dell’energia e dei servizi digitali e sottolinea la necessità di far leva sul “mercato dei capitali perché contribuisca a finanziare la nuova infrastruttura che farà funzionare la nostra economia negli anni a venire e creerà posti di lavoro sostenibili”.

L’Europa, secondo il programma del gruppo “deve restare fedele ai suoi valori, “difendere diritti fondamentali quali la libertà, l’uguaglianza e la non discriminazione” e ha “bisogno di evolvere sul piano istituzionale, eliminando gli sprechi e funzionando con maggiore efficienza”. Proprio l’altroieri sul profilo Twitter ufficiale e oggi sulla pagina facebook del gruppo, è comparso un post contro i populismi che “cercano di dividerci”, mentre l’Europa ha guadagnanto a fatica la sua unità. “Non lasciamo che ci portino via il futuro”, si legge nel post. Su quello di Grillo il 30 luglio 2015 si aggiungeva tra gli impresentabili d’Europa anche Verhoefstadt. Domani Beppe Grillo e Casaleggio saranno a Bruxelles per incontrarsi con i parlamentari. Per quell’ora si sarà già deciso tutto.

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