Agenzia delle Entrate, gli atti dei dirigenti illegittimi sono validi (ma non tutti)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-11-10

Lo ha stabilito la Cassazione. Ma a patto che avessero la delega del dirigente di ruolo.

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Gli atti dell’Agenzia delle Entrate firmati da dirigenti decaduti dopo la sentenza della Corte Costituzionale non sono nulli, sono comunque validi. È quanto ha stabilito la Corte di Cassazione, chiudendo così formalmente la storia dei 767 dirigenti illegittimi dell’Agenzia delle Entrate dopo le polemiche e i tanti tentativi di accalappiare gonzi promettendo l’annullamento delle multe. Nella sentenza di oggi la Cassazione precisa però che i dirigenti ‘illegittimi’ dovevano avere una delega da parte del dirigente di ruolo.

Equitalia e fisco, gli atti dei dirigenti illegittimi sono validi (ma non tutti)

“Essendo la materia tributaria governata dal principio di tassatività delle cause di nullità degli atti fiscali, – si legge nella sentenza – e non occorrendo, ai meri fini della validità di tali atti, che i funzionari (delegati o deleganti) possiedano qualifiche dirigenziali, ne consegue che la sorte degli atti impositivi formati anteriormente alla sentenza n. 37 del 2015 della Corte costituzionale, sottoscritti da soggetti al momento rivestenti funzioni di capo dell’ufficio, ovvero da funzionari della carriera direttiva appositamente delegati, e dunque da soggetti idonei ai sensi dell’art. 42 del d.P.R. n. 600 del 1973, non e’ condizionata dalla validità o meno della qualifica dirigenziale attribuita per effetto della censurata disposizione di cui all’art. 8, 24 comma, del d.l. n. 16 del 2012”.

La Corte di cassazione ha chiarito nella sentenza depositata il 9 novembre 2015 che la delega di firma al funzionario incaricato, che quindi non ha sostenuto un concorso da dirigente, non è di per sé motivo per contestare la nullità dell’atto emesso. Però questo non vuol dire che tutti gli avvisi siano validi, perché la sentenza numero 22803/2015 precisa a chiare lettere che la delega di firma non può essere in bianco senza, quindi, l’indicazione precisa del funzionario che deve firmare, in quanto il contribuente non può agevolmente verificare se il delegatario ha il potere di sottoscrivere l’atto impugnato e non gli si può attribuire quindi l’onere di una tale indagine amministrativa

Il Sole 24 Ore riepiloga oggi i criteri di validità:

L’avviso di accertamento è nullo senza la firma del capo ufficio o di un altro impiegato alla carriera direttiva da lui delegato. Come impiegati della carriera direttiva vanno considerati i funzionari della terza area. E ai meri fini della validità dell’atto non occorre che i funzionari deleganti e delegati possiedano la qualifica di dirigente, anche qualora sia richiesta da altre disposizioni.
Qualora poi sia il contribuente a contestare la legittimazione alla firma, è onere del fisco provare il possesso dei requisiti previsti dalla legge (sentenza 22800/2015, presidente relatore Cicala).
La delega in bianco, priva del nome del soggetto delegato va considerata nulla, in quanto il contribuente non può agevolmente verificare se il delegatario ha il potere di sottoscrivere l’atto e non gli si può attribuire una tale indagine amministrativa (sentenza 22803/2015, relatore Chindemi).

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I numeri dell’Agenzia delle Entrate (Corriere della Sera, 20 luglio 2015)

La Consulta e i dirigenti illegittimi

La Consulta nel marzo scorso aveva dichiarato illegittimi e annullato le nomine di 767 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate che erano stati assunti senza concorso. La Consulta, con la sentenza, aveva dichiarato illegittime le norme del decreto 16/2012 che autorizzavano Agenzia delle dogane, Agenzia delle entrate e Agenzia del territorio ad attribuire incarichi dirigenziali a propri funzionari con contratti di lavoro a tempo determinato: la durata era legata al tempo necessario a indire i concorsi, ma è stata seguita da proroghe ‘bocciate’ dalla Corte. Secondo Adusbef e Federconsumatori la sentenza della Consulta aveva offerto “la possibilità a decine di migliaia di cittadini vessati dal Fisco, di poter ricorrere in giudizio per ottenere l’annullamento delle cartelle esattoriali” partite al termine di accertamenti firmati appunto da quei dirigenti, e intanto annunciano di aver già richiesto l’accesso ai nominativi dei “767 dirigenti delle Entrate (430 quelli delle Dogane e del Territorio)”.

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