Aborto e obiezione di coscienza al Policlinico Umberto I

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-12-06

Il reparto IVG del Policlinico Umberto I di Roma chiude per qualche giorno e poi riapre. L’aborto sarà davvero garantito in futuro?

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La vicenda della chiusura temporanea del servizio di IVG del Policlinico Umberto I di Roma sembra essere risolta (Aborto: riapre il reparto IVG del Policlinico Umberto I). Il cosiddetto repartino era stato occupato al tempo dell’avvio della legge 194 nel 1978. Quello stesso reparto era stato chiuso, qualche giorno fa, perché l’ultimo medico non obiettore era andato in pensione.

Reparto occupato, 1978 (foto di Tano D'Amico)
Reparto occupato, 1978 (foto di Tano D’Amico)

 
INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE DEL POLICLINICO
Per Il Maratoneta, che andrà in onda oggi alle 14.30 su Radio Radicale, Mirella Parachini ha intervistato Domenico Alessi, direttore generale del Policlinico Umberto I. Le difficoltà sono soprattutto di natura economica, i fondi sono regionali e – come già sappiamo – la chiusura è legata alla pensione dell’unico medico. Il reparto è già riaperto, rassicura Alessi. «È un obbligo imposto dalla legge. Il capo del dipartimento (Pierluigi Benedetti Panici) ha confermato che le prenotazioni sono attive e il centro comincia a funzionare». Certo il fatto che fosse rimasto un unico medico a garantire il servizio di IVG è abbastanza impressionante. Parachini domanda se non sarebbe necessario attivare modalità per garantire un numero più adeguato. Alessi risponde di aver attivato una mobilità a livello regionale da destinare al centro IVG e di aver predisposto un avviso pubblico per reperire ulteriori due ginecologi a tempo determinato per un anno, rinnovabile per un altro. «Non possiamo disconoscere che l’azienda non si sia attivata adeguatamente».
Abbiamo tutte abortito
«Abbiamo tutte abortito»

FORMAZIONE
Gli effetti collaterali degli altissimi numeri di obiettori, ricorda Parachini, non riguardano però solo la garanzia del servizio di interruzione volontaria di gravidanza (che comunque sarebbe già un problema serio). Un’altra carenza preoccupante riguarda infatti la formazione dei medici e degli operatori sanitari. Soprattutto in un caso come questo, visto che il Policlinico non è solo un centro ospedaliero ma universitario (Università «Sapienza» di Roma). Gli storici promotori della 194 stanno andando in pensione. E poi cosa succederà? Nelle scuole di medicina esiste – e non solo in Italia – una carenza di formazione nella medicina della riproduzione, nelle procedure abortive e perfino nei metodi contraccettivi (si pensi alla confusione riguardo alla contraccezione d’emergenza). Che fare? Alessi rassicura: siamo un policlinico, ci impegneremo per una formazione adeguata in modo da essere pronti per sostituire i medici prossimi alla pensione. Ma, soprattutto, per quanto riguarda il reparto IVG, «la situazione è risolta». Parola di direttore generale.

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