I 10 parlamentari M5S presi a calci e sputi dal popolo della Rete

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-01-27

Inizia la gogna mediatica per i 10 parlamentari del M5S che hanno deciso di lasciare il Movimento a due giorni dal voto per l’elezione del Presidente della Repubblica

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A quanto pare la strategia di Grillo di continuare ad attaccare Renzi o il PD non è servita a cementare il Movimento 5 Stelle e ad evitare ulteriori spaccature. Invece che occuparsi del partito degli altri ad esempio mandando una mail per cercare di spaccare il PD (con una mail, raga) forse Beppe avrebbe dovuto preoccuparsi del suo M5S che continua a perdere pezzi, ma probabilmente è un lavoro troppo faticoso e metterebbe in luce l’esistenza di problemi strutturali nel Movimento. Come vi abbiamo già raccontato su Next Walter Rizzetto, Eleonora Bechis, Mara Mucci, Mario Baldassarre, Aris Prodani, Tancredi Turco, Gessica Rostellato e Samuele Segoni hanno annunciato poco fa in conferenza stampa la loro intenzione di abbandonare il Movimento 5 Stelle. A questi otto vanno aggiunti altri due fuoriusciti: Sebastiano Barbanti e Francesco Molinari. Dieci nuovi “dissidenti” che abbandonano il partito clickfarm di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. I motivi sono noti e sono sempre gli stessi ma il “popolo della Rete” non l’ha presa bene ed è iniziata subito la competizione nella quale i grillini sono maestri indiscussi: l’insulto via TCP/IP.
 

 
C’è chi sul profilo Facebook di Walter Rizzetto invoca una revisione della Costituzione per poter cambiare “quel ca@@o di articolo” che consente ai cittadini a 5 stelle di liberarsi dal controllo mentale di Grillo:

Quel maledetto articolo 67 della Costituzione (fonte: Facebook.com)
Quel maledetto articolo 67 della Costituzione (fonte: Facebook.com via Walter Rizzetto)

Perché gli attivisti sono i garanti della Costituzione e i più acuti costituzionalisti, ma solo il giovedì e se cade di un giorno pari. Oggi quindi c’è libertà di demolire la Carta Costituzionale visto che c’è scritto qualcosa che non ci piace tantissimo.
Da Eleonora Bechis non va meglio:
eleonora bechis m5s
E nemmeno nei commenti al comunicato congiunto, dove qualcuno la accusa di non dire “mai niente di suo” perché quelle sono le parole usate da Mara Mucci a nome dei fuoriusciti in conferenza stampa
eleonora bechis m5s - 2
 
La litania “lo fai per i soldi” non cambia e la si trova anche dalla Mucci, la cittadina-portavoce che ha preso la parola in conferenza stampa per spiegare le ragioni della loro uscita dal Movimento 5 Stelle:
mara mucci facebook
 
Dove qualche analista politico azzarda anche un pensiero originale: “non ti piace la linea?” allora dimettiti!”. Qualcuno però c’entra meglio il bersaglio invocando una consultazione “della Rete” per stabilire se i dieci fuoriusciti abbiano titolo a rimanere in Parlamento:
La base Muccia, ascolta la base
La base Muccia, ascolta la base

Ed in effetti se stai due anni (due anni raga) nel Movimento per andartene solo perché non hanno rifatto la farsa delle Quirinarie te lo meriti quello che ti chiede di fare le nomination per decidere se puoi rimanere in Parlamento o se la tua avventura nella casa finisce qui.
È tutta colpa di quel satanasso di Casaleggio
È tutta colpa di quel satanasso di Casaleggio

 
TANTI INSULTI TANTO ONORE?
Dopo pochi secondi si capisce che non ci sarà nulla di nuovo anche in questa tornata di grillini dalle tastiere fumanti e gli schermi grondanti sputi. L’unica cosa divertente da fare è vedere come più un cittadino-portavoce è considerato “importante” maggiore è il numero di insulti che riceve, c’è gente come il povero Aris Prodani che si becca solo un paio di “venduto” ma molto pacati:
prodani
Insomma, se “hai lavorato bene” quando scegli di andartene i grillini ti riservano l’onore delle armi ricoprendoti di insulti. E se non ne ricevi molti allora non vuol dire “non sappiamo più come insultarti” ma che anche nel Movimento non vedevano l’ora che te ne andassi.
 
LA SVENTURATA RISPOSE
Gessica Rostellato (o il suo staff) invece è una che risponde a molte delle accuse che le vengono mosse nei commenti al post su Facebook nel quale annuncia la sua uscita dal M5S e l’intenzione di continuare a decurtarsi lo stipendio (ma non a versare il denaro nel fondo di garanzia creato dal Movimento).

Però c’è qualcosa che non va giù agli attivisti, i like di quei troll del PD che godono delle disgrazie altrui.
pd mi piace
Ricordarsi di abolire il tasto mi piace per tutti coloro che non sono utenti certificati.
 
SOLO NON SI VEDONO I DUE LEOCORNI
Serpi, volpi, quaglie, vespe e naturalmente grilli affollano lo zoo del Movimento 5 Stelle (sul profilo Facebook del fuoriuscito Samuele Segoni)
zoo grillino
 
LA FUGA DEI “CERVELLI”
Possiamo davvero dire che i grillini fanno male a insultare i propri parlamentari? Certo, è uno spettacolo penoso (anche se molto divertente) ed è sintomo di una politica vissuta come allo stadio ma c’è da capirli, è dura svegliarsi e vedere che tutti quegli apriscatole non sono serviti a molto. Soprattutto però c’è da capire che questi nuovi fuoriusciti se ne vanno per gli stessi motivi per cui se ne sono andati tutti gli altri. Ora, capisco che è brutto lasciare una festa tutti assieme ed è più carino andarsene alla spicciolata però due anni per arrivare a certe “conclusioni” sono davvero troppi. Dov’erano questi fuoriusciti quando Grillo cacciava i loro colleghi? Perché, visto che le motivazioni sono sostanzialmente le stesse, non se ne sono andati tutti subito? Domande, misteri e ancora domande che hanno una sola risposta: anche i parlamentari fuoriusciti sono grillini, quindi non brillano certo per la loro capacità di discostarsi dal pensiero del Guru. Adesso senza dubbio ci saranno quelli del PD (magari i dissidenti tipo Civati) che faranno salti di gioia per aver dieci parlamentari in più al loro fianco. Ma davvero c’è da essere felici nel trovarsi in compagnia di persone che ci hanno messo due anni a capire che nel Movimento 5 Stelle c’è un problema di democrazia interna e che decide tutto Grillo? Insomma, questo non è decisamente il classico caso di fuga di cervelli ma per qualcuno stare in una classe composta tutta da “bambini speciali” evidentemente è motivo d’orgoglio.

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